Racconto di viaggio a due voci, di Davide e Nicola Dicembre 2006 Prologo Davide: Qualsiasi viaggio comincia nella mente, ...

5000 km in Mauritania

/
0 Comments
Racconto di viaggio a due voci, di Davide e Nicola
Dicembre 2006


Prologo

Davide: Qualsiasi viaggio comincia nella mente, e la mente di un viaggiatore (o quella di un sognatore) è sempre in fermento: che la meta possa essere capo nord o città del capo poco importa, una fervida immaginazione non conosce ostacoli o distanze, così le frontiere si annullano, le pastoie burocratiche svaniscono, i giorni di ferie si dilatano, e la benzina non finisce mai...

Ogni sogno, e quindi anche l’embrione irriconoscibile di un viaggio, va fatto crescere con gli strumenti giusti. Allora partite con il piede giusto e trovate qualche amico che, visionario come voi, vi assecondi nello spostare un po’ più in là la meta del viaggio, e, se volete fare un viaggio in Africa, procuratevi una cartina... Ma non una a caso: prendete la Michelin 953, che disegna tutta l’Africa nord occidentale. È vero, manca Ksar Ghilane in Tunisia – troppo facile da raggiungere – ma c’è tutto il resto, e le distanze non vi spaventeranno: tra A e B ci sono sempre pochi cm, e se pensate di arrivare fino ad A, tanto vale spingersi fino a B, o forse allungare fino a C... Dakar è dietro l’angolo, a Timbuctù ci arrivate anche da nord, e alla fine il deserto appare solo come una macchia gialla...

Così è nato questo viaggio in Mauritania, sognato, coccolato e tenuto al caldo per diversi anni, fino a quando non è diventato un’esigenza dello spirito, fino a quando non ha schiacciato le difficoltà della vita reale per prendere forma e sostanza in un crescendo di informazioni, sogni e aspettative che drogano la mente, ormai proiettata solo alla data della partenza.

Se vi capiterà di dire a parenti e amici che partite per la Mauritania, noterete facce stranite: in pochi ne avranno sentito parlare, pochissimi sapranno esattamente dove si trova, e voi stessi incespicherete nel pronunciare nomi di città improbabili, punti non meglio definiti sulla cartina, con a fianco serie di lettere dove la ruota di Mike Buongiorno non ha elargito neanche una vocale... Eppure la Mauritania è stata la culla della cultura islamica, è stata il centro nevralgico del sapere proprio negli anni del nostro medioevo. La storia è passata per la Mauritania, ha transitato lungo le vie carovaniere più importanti del mondo, si è fusa (come sempre) con i commerci più ricchi che siano mai esistiti. Oro, sapere scientifico, giuridico e religioso hanno reso grande una porzione d’Africa che ora ha smarrito la propria identità, soffocata dalla sabbia e dalla siccità: la sopravvivenza appare come l’obiettivo più ricercato, e sembrano svanite le energie per tramandare virtù e conoscenza.

E allora si parte per la Mauritania... Ma avete idea di dove sia la Mauritania? 4.500 km dai nostri confini... Ma come cavolo ci si arriva? Forse la soluzione migliore rimane un container fino a Nouakchott. Ma il container va bene se lo si riempie, e per quanto 2 Africa Twin occupino spazio, di sicuro dello spazio avanzerebbe, e le compagnie di spedizioni non fanno sconti... e poi quanto tempo si perderebbe per sdoganare le moto una volta arrivati sul posto? Un rischio… Partire in moto non se ne parla, servono troppi giorni di ferie. E allora rimane il fido furgone. Se poi trovate un terzo amico disposto a guidare il mezzo fino al sud del Marocco, vorrà dire che vi risparmierete tre o quattro giorni di trasferimento... ...forse! 

Nicola: Il piano è di una semplicità disarmante: il buon Andrea guiderà fino a Dakhla, in fondo al Marocco (anche se bisognerebbe dire Sahara Occidentale!) dove lascerà il furgone, scaricherà la sua moto con cui se ne andrà fino a Casablanca per tornarsene comodamente in aereo; noi due arriveremo in aereo a Dakhla, prenderemo le nostre moto, ci faremmo con bella calma il nostro giro in Mauritania per poi ritornare al furgone e a casa, recuperando, en passant, la moto di Andrea a Casablanca. Niente di più semplice!
Ma la partenza si avvicina e la burocrazia resta un dilemma… Rompicapo: se il fido Andrea entra in Marocco con
quattro mezzi (3 moto ed un furgone) che vengono segnati sul suo passaporto, come farà a tornarsene in aereo senza averli fatte uscire? Forse possiamo farli passare sul nostro passaporto? Ma in questo caso come facciamo per la sua moto ed il furgone che restano in circolazione in Marocco mentre noi usciamo dal confine con la Mauritania? Telefonate e visite ai consolati, alle ambasciate ed anche all’ufficio centrale delle dogane di Rabat non sono di nessun aiuto. I forum sul web sono categorici: impossibile, lasciate perdere. Vedremo!!

D: Se servono anche 2 anni per maturare l’idea di un viaggio, e tutto sommato la ricerca e lo studio di informazioni non appare mai frenetico, il panico imperversa immancabilmente ad un mese dalla partenza. Cambia, aggiusta, modifica, sperimenta, taglianda... Ed i week-end scivolano via troppo veloci per stare dietro a tutto!

N: Ad una settimana dalla partenza del furgone, la moto è ancora completamente smontata. Strano effetto: tutto intorno, gente indaffarata a scambiarsi auguri, a fare shopping natalizio e struscio fra i negozi luccicanti del centro, e tu che corri come un pazzo tra ferramenta, demolitori ed autoricambi, tuta blu e mani sporche di grasso, col pensiero fisso al pezzo che ti manca, la staffa da costruire, il rinforzo da montare…

D: Come da copione si arriva a preparare anche il bagaglio, che forse per un rito scaramantico è l’ultima fatica: che attrezzi? Che ricambi? Quali indumenti? Cosa portiamo da mangiare? Però quest’anno l’esperimento di una maglietta per 15 giorni lo si prova! E poi basta patire il freddo la notte: un sacco a pelo da -25 gradi e le notti insonni si polverizzano insieme ai non pochi euro necessari...
Pronti... Via! Partono le moto caricate sul furgone: appuntamento a Dakhla...
Ma non tutte le ciambelle escono col buco: nonostante una delega autenticata da un notaio, vidimata da un magistrato (!) e convalidata dal Consolato marocchino, le moto in Marocco non passano! Secondo i ligi doganieri di Tangeri, ogni persona può entrare al massimo con 2 mezzi, inutile la nostra delega. Eccezioni solo previa autorizzazione scritta dell’ufficio centrale delle dogane (per altro quello a cui avevamo telefonato spiegando il nostro piano, senza che il gentilissimo funzionario menzionasse questa regola…).
La situazione non si sblocca neanche con qualche "regalia", e Andrea è costretto ad aspettare ed ammalarsi di noia e d’influenza nella squallida frontiera di Tangeri, bloccato in un porto che offre poche attrattive per i turisti e poche garanzie di sicurezza. 

N: A due giorni dalla partenza prevista c’è poco da fare, invece che alla calda Dakhla dobbiamo arrivare a Tangeri, subito sotto lo stretto di Gibilterra. Vorrà dire che arrivati a Casablanca, dove il nostro volo fa scalo, scenderemo e cercheremo un mezzo qualsiasi per percorrere quei maledetti 300 Km verso nord. Di più non ci preoccupiamo neanche di programmare…

Mauritania 2006: Cronologia



    Nessun commento:

    © africatime.bike 2016. Powered by Blogger.