Il tempo scorre veloce e, come al risveglio da un sonno turbolento, mi ritrovo su un traghetto con destinazione Tangeri. Primo scoglio:...

Cap Sud

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Il tempo scorre veloce e, come al risveglio da un sonno turbolento, mi ritrovo su un traghetto con destinazione Tangeri.
Primo scoglio: la dogana marocchina. Mi faranno passare con un furgone e due moto? La regola è un passaporto, un mezzo. Dieci anni fa per questo motivo ci avevano rimbalzati. Sui forum di viaggio c'è molta confusione, nessuno sa bene cosa aspettarsi. Ma ho un asso nella manica: un email dell'amministrazione delle dogane che indica una procedura fantasiosa per aggirare il problema. Sono cinque righe stampate su un foglio, ma il doganiere a cui lo metto in mano lo fissa, immobile e senza espressione, per DIECI minuti netti. Cosa avrà elaborato in quei dieci minuti è un mistero... fatto sta che passa il tutto a un altro agente, che compila una sfilza di moduli e li passa ad un altro agente, che sparisce in un ufficio, poi li passa all'ispettore, che dopo mezzora li ripassa al primo agente... e avanti così per DUE ORE. Alla fine il mio email stampato viene catalogato come "permesso speciale" e finalmente sono fuori!

Autogrill
Non mi resta che lanciarmi verso Marrakesh nel cuore della notte, obiettivo recuperare il socio aviotrasportato. Non prima però di una pausa in autogrill, che qui serve tajine di agnello alle prugne invece della rustichella.

2300 km di guida puntando a Sud, alternandosi alla guida ogni due ore e fermandosi solo per fare il pieno. A un certo punto pensi che non arriverai mai. A rompere la noia solo i posti di blocco della polizia, che non perde occasione per elevare multe ai turisti.
"La riga era tratteggiata. Tac tac tac!"
      "Non, pas tac tac tac, c'était continue."
"No no, era tac tac tac!"
      "Pas tac tac tac. Messieurs, vous étes en contravention."
[...omissis...]
"Lei ha ragione, ma 700 dirham sono troppi, non ce li abbiamo!!"
      "Et alors, qu'est-ce qu'on doit faire?"
"Mah non so, ma 700 sono tanti, è un giorno di lavoro!"
      "Amigos?"
"...eh?..."
      "Amigos!"
"...amigos....????"
      "Euro?"
"...euro..."
      "30?"
"20..."
      "Amigos!"
"...eh, amigos amigos..."

Dopo 24 ore, sfiniti, fermiamo il motore a bordo strada e piombiamo nel sonno. Toc toc, un omino bussa sul vetro: venite a dormire da me, abito qua di fronte, vi offro un tè. Ospitalità marocchina... ma non abbiamo tempo per salamelecchi, così via, verso il confine mauro.

No man's landPassiamo la dogana marocchina relativamente in fretta ed entriamo nei 5 km di terra di nessuno che separa il Marocco dalla Mauritania. È un posto allucinante: non c'è una strada, solo sabbia e pietre, in un inquietante paesaggio post-atomico di rottami di macchine spolpati fino all'osso, mezzi abbandonati di ogni tipo, cimiteri di gomme e televisori. Ognuno passa dove riesce, e qualcuno resta insabbiato seguendo i consigli di loschi figuri che si fanno poi pagare per tirare fuori i malcapitati.

Arrivati al posto di confine mauro ricomincia la strada. Pensiamo che ormai sia fatta, basta passare i sei uffici di registrazione, polizia, dogana e gendarmeria...
Ma... sorpresa! Secondo il doganiere i visti che abbiamo fatto la settimana prima all'ambasciata maura di Roma per la non modica cifra di 120 euro non sono validi.
      "La vostra ambasciata non sa che sono validi solo i visti biometrici. Vedetevela con loro."
"No scusi, non è la nostra ambasciata, è la VOSTRA ambasciata nel nostro paese!!"
      "Non è un problema mio. Se volete entrare fate il visto qui, fa 120 euro a testa. Altrimenti non c'è problema! Laggiù c'è il Marocco!"

Seguono ORE di discussioni con i funzionari della dogana, che con piglio molto minaccioso si rifiutano anche solo di prendere in mano il nostro telefono con l'ambasciatore della Mauritania a Roma in attesa all'altro capo. Riusciamo a convincerli nonostante tutti i loro sforzi per palesare quanto la nostra insistenza sia irritante. Seguono telefonate incomprensibili in hassaniya e arabo, fra le quali i funzionari si fanno i fatti loro e chiacchierano fra loro ignorandoci totalmente. Dopo cinque ore il verdetto è che dobbiamo pagare di nuovo, stop. C'est l'Afrique, anche a Roma.

Mauritania 2016: Cronologia



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